Distretto notarile di Bergamo (sec. XIV - sec. XIX), Gandino
Tipologia: Ente (Ente pubblico territoriale)
Sede: Gandino
Profilo storico-biografico: I notai bergamaschi, analogamente a quanto avveniva in tutta l'Italia settentrionale, traevano la propria autorità da quella regia o imperiale. Ne sono prova le loro sottoscrizioni come notai "domini regis" o "sacri palatii imperatoris" e venivano "creati" dai conti palatini. Più raramente in area bergamasca si riscontrano creazioni apostoliche di notai ("apostolica auctoritate"). I notai abilitati vidimavano gli atti rogati con il loro "signum tabellionatus" (o "signum notarie consuetum"), registrato al Collegio dei notai, organismo presente in ogni città capoluogo territoriale a cui spettava la "approfitto" dei nuovi creati. Accanto ai notai roganti, esisteva la categoria dei "secondi notai" che, a differenza dei colleghi di maggior rango, potevano solo rilasciare fedi, certificati, estratti o autenticazioni e intervenire durante la stesura di alcune particolari categorie di atti. A Bergamo, come in tutto il dominio veneto, dal 1612 i notai vennero creati dalla Signoria veneta, in base alla terminazione del Senato 5 ottobre 1612 con relativo regolamento di attuazione del 12 gennaio 1613 (1). Questa prassi venne applicata sino al 1796 così come i notai "imperiali auctoritate" avevano potuto esercitare la professione in tutto il territorio dell'impero, quelli "veneta auctoritate" poterono esercitare in tutto lo Stato veneto. Anteriormente alle citate disposizioni venete, in seguito a consuetudine regolata peraltro anche dagli Statuti notarili della città di Bergamo, gli atti e i registri delle imbreviature prodotti dai notai defunti rimanevano nelle mani di un altro notaio del posto o, pur se meno frequentemente, erano conservati dagli eredi dei notai, anche se non esercitavano la professione. osì era ovviamente anche a Gandino. In obbedienza alla ducale di Marco Antonio Memo del 24 novembre 1612, affinché vi trovassero idonea conservazione gli atti originali, i protocolli, le filze e tutte le scritture pubbliche dei notai defunti di tutta la provincia, venne istituito in tutte le principali città dello Stato l'Archivio generale, ma "non escludendo qualche castello o terra dove per maggior comodo de particolari" i rettori giudicassero opportuno ve ne fossero altri. Gandino divenne in tal modo una delle sedi di Archivio. Tutti i notai della città e del territorio erano tenuti a consegnare a Bergamo o alle sedi decentrate, con scadenza bimestrale o trimestrale (a seconda che esercitassero in città o nel territorio), un elenco (detto "polizza") di tutti gli atti da loro rogati. Dopo la fine della Signoria veneta la prima regolamentazione per il notariato fu emanata con decreto vicereale del 17 giugno 1806.Con l'entrata in vigore di questo nuovo Regolamento fu accentrato in Bergamo, come capoluogo di Dipartimento, tutto il materiale documentario conservato negli Archivi situati nei vari comuni della provincia (2); ma il trasporto nella nuova sede, preceduto da un fitto carteggio con le autorità comunali coinvolte, a scopo ricognitivo e con intento cautelativo, iniziò solo nel 1810. (3)
Note: (1) Queste disposizioni venete, unitamente ad altre dei rettori di Bergamo del 1613 e del 1715, furono ristampate nel 1715: "Ordini per li archivi", Bergamo, per li Fratelli Rossi Stampatori Camerali, 1715. (2) Un elenco compilato dalla Commissione notarile del 1806 ne riporta ben 34. (3) Cfr. G. Poletti, Il notariato a Bergamo nel XIII secolo, Bergamo 1912; R. Pistoni, Ricerche sulla storia del notariato in Bergamo, tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà di Giurisprudenza, a.a. 1955/96; Statuti notarili di Bergamo (sec. XIII), a cura di G. Scarazzini, Consiglio Nazionale del Notariato, Roma 1977; M. B. Dini, La matricola dei notai di Bergamo (sec.XIV), tesi di laurea, Universit# degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1982/83; F. Mozzanti Pepe G. Ancarani, Il notariato in Italia dall'età napoleonica all'Unità, Consiglio Nazionale del Notariato, Roma 1983; R. Testa, Notai e imbreviature a Bergamo nel secolo XIII, tesi di laurea, Universit# degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1989/90; V. Mora, Il notariato a Bergamo nel periodo 1797-1859, in Atti dell'Ateneo di Scienze Lettere ed Arti (a.a. 1990/91), Bergamo 1993; M. P. Pedanis Fabris, _Veneta auctoritate notarius_. Storia del notariato veneziano (1514-1797), Consiglio Nazionale del Notariato, Milano 1996; J. Schiavini Trezzi, Dal collegio dei notai all'archivio notarile. Fonti per la storia del notariato a Bergamo (secoli XIV-XIX), Provincia di Bergamo, Fonti per lo studio del territorio bergamasco XV, Bergamo, 1997.
Non sono disponibili maggiori dettagli sul complesso archivistico.
Link: archiviedocumenti.it/archivi/?prg=31&pro=4