Comune di Casnigo (1234-2008), Casnigo
Tipologia: Ente (Comune)
Sede: Casnigo
Profilo storico-biografico: La storia della nascita del comune di Casnigo è strettamente legata a quella di tutta la Valle Gandino e del suo capoluogo. Nel 1233, infatti, nel pieno del periodo storico più generale chiamato "Comunale", si ha l'atto di emancipazione di tutta la Valle Gandino che si libera dalla soggezione alla potente famiglia dei Ficieni, alla quale il vescovo-conte di Bergamo l'aveva precedentemente concessa in feudo. Risale, quindi, a tale anno anche la nascita del comune di Casnigo, insieme agli altri principali comuni della Valle (1) Ulteriore conferma di tale nascita è data da un documento del 1234, conservato nell'archivio comunale di Gandino, nel quale si ha la definizione dei confini con i comuni di Cazzano con Barzizza, Leffe e Gandino; in tale atto il comune di Casnigo appare esplicitamente citato per la prima volta. Nello Statuto di Bergamo del 1331, Casnigo risulta far parte territorialmente della parte indicata sotto la "facta" della Porta di S. Lorenzo. (2) Durante il XIV secolo, il comune di Casnigo, come tutta la Valle Gandino, si schierò dalla parte dei ghibellini e, nel 1380, dovette subire un saccheggio da parte di bande guelfe provenienti dalla Valle Seriana superiore, dalla Val Brembana e dalla Val Canonica. Fin dall'epoca della signoria viscontea, la Valle Gandino godette di privilegi ed esenzioni nei confronti della città di Bergamo, e nel 1428, anno del passaggio di Bergamo sotto il dominio veneziano, il doge di Venezia, Francesco Foscari, riconfermava alla Valle Gandino la sua completa autonomia; in virtù di tale privilegio, gli uomini della Valle diventavano indipendenti dal Comune o città di Bergamo, e dovevano versare a Venezia la tassa che veniva pagata al tempo della precedente signoria di Pandolfo Malatesta, all'inizio del secolo. Tutti gli introiti per condanne emesse nell'ambito della Valle rimanevano invece nella cassa comunale. (3) Nel 1435 venivano compilati gli Statuti della Federazione della Val Gandino, della quale originariamente facevano parte, oltre a Casnigo, anche i comuni di Leffe, Gandino, Barzizza con Cazzano, Cene, Gazzaniga, Vertova e Colzate. In tutto il territorio amministrava la giustizia il "Podestà" o "Vicario", il quale era per legge un nobile di Bergamo, mandato dai rettori del capoluogo a rappresentare nella Valle il governo veneziano. A fianco del vicario, tuttavia, abbiamo il Consiglio degli Anziani della Valle, supremo organo collegiale della federazione. Gli Anziani, otto in tutto, erano così ripartiti: due per Gandino, uno per Leffe, uno per Barzizza e Cazzano, uno per Casnigo, uno per Gazzaniga, uno per Vertova, ed uno per Cene e Colzate. A maggioranza di sei, essi potevano prendere provvedimenti, deliberare spese e operare tutto quello che ritenessero utile per il bene della federazione, facendo altresì eseguire tutti gli ordini della Repubblica di Venezia. La formula federativa scelta dalla Valle Gandino rispondeva pienamente alle esigenze dei suoi comuni e rimase in vigore fino alla caduta della Serenissima, nel 1797. (4) Per quanto riguarda l'amministrazione del comune durante il periodo veneziano, all'inizio di ogni anno, l'assemblea di tutti i capifamiglia di Casnigo eleggeva i due consoli che, assieme al notaio, ai campieri, al canepario e ad altri sei membri eletti, componevano un "consiglio di credenza", vero e proprio organo amministrativo del comune. Agli inizi di gennaio e di luglio di ogni anno, il notaio era incaricato di dare lettura degli statuti e di altre scritture importanti, quali le definizioni confinarie, relative alla vita comunale dei sei mesi precedenti. Durante l'assemblea, ogni capofamiglia doveva esprimere il proprio parere, dopodiché le decisioni venivano prese a maggioranza di due terzi. A metà del Quattrocento, il comune era proprietario di numerosi boschi e pascoli, della chiesa, di alcuni mulini, di taverne e macellerie. Possedeva, inoltre, un follo per la lavorazione della lana, tipica attività di tutta la valle. A fine Cinquecento il comune risulta possedere quattro ruote di mulino, date in affitto, oltre a boschi e pascoli. (5) Tra XVI e XVII secolo, inoltre, Casnigo viene segnalato come territorio ricco del cosiddetto "bolo rosso", o "bolo armeno", un tipo di argilla rossa assai utilizzata, allora, nell'esecuzione di opere decorative o pittoriche. (6) A fine Settecento, appare assai estesa, nel comune, la lavorazione della lana: infatti, accanto alla presenza di una segheria, vengono segnalati ben 62 telai per la produzione dei panni di lana. Si registrano, inoltre, anche due telai per altri tessuti quali seta, lino e cotone (7) Per quanto riguarda la popolazione, nel periodo veneziano il tasso di crescita demografica risulta piuttosto stazionario: a fine Cinquecento, infatti, al termine di una faticosa ascesa a partire dal XIV secolo, Casnigo contava 210 "fuochi", cioè famiglie, e 1366 abitanti; tuttavia a fine Settecento la popolazione risulta addirittura calata a 1230 unità. (8) Nel successivo periodo "napoleonico", dal 1797 al 1815, il comune di Casnigo rientrò amministrativamente nel Cantone di Gandino, il Cantone II del III distretto di Clusone, suddivisione territoriale della provincia di Bergamo, a quel tempo denominata "Dipartimento del Serio", e governata da un prefetto. Il cantone di Gandino era retto da un "Cancelliere del censo" per quanto riguarda la materia amministrativa, e da un giudice di pace per le cause civili fino ad un determinato importo. Sulla base del decreto dell'8 giugno 1805, il comune di Casnigo venne classificato come comune di terza classe, in quanto la popolazione residente era inferiore alle 3000 unità, arrivando a contare circa 1500 abitanti; come ogni comune del dipartimento, anche quello di Casnigo era retto da un consiglio comunale e da una municipalità. In quanto comune di terza classe, il consiglio comunale di Casnigo poteva essere composto al massimo da 15 membri, fra i quali solo 3 potevano essere non possidenti, ma dovevano avere 35 anni compiuti ed un'attività commerciale o artigianale. Il consiglio comunale si riuniva ordinariamente due volte l'anno, e potevano essere convocati straordinariamente dal cancelliere del censo di Gandino. Nelle sedute ordinarie, il consiglio comunale eleggeva i membri della municipalità e ne esaminava la tenuta della contabilità comunale. La municipalità di Casnigo era composta da un sindaco e due anziani: il sindaco, di nomina prefettizia, durava in carica un anno; gli anziani erano nominati fra i 25 più ricchi o notabili del comune a pluralità assoluta di voti, e si rinnovavano ogni anno. (9) Relativamente all' aspetto economico, a parte le tradizionali attività riferite alla silvicoltura, all'allevamento e all'agricoltura, la maggiore occupazione "industriale" si registra nella lavorazione della lana: si segnalano, infatti, 5 "fabbriche" di panni di lana. (10) Durante il periodo della dominazione austriaca sul Lombardo - Veneto, il territorio della regione Lombardia è affidato all'autorità amministrativa e politica del Governo di Milano. La Lombardia è suddivisa in province, rette da un Delegato provinciale, e le province in distretti, retti da un Commissario distrettuale, inizialmente ancora denominato "cancelliere del censo". Casnigo rientra amministrativamente nel distretto XV di Gandino (Legge 12 febbraio 1816), successivamente denominato VI distretto (Legge 1853). In base alle istruzioni del 12 aprile 1816, il Delegato provinciale comandava direttamente i "cancellieri del censo", poi "commissari distrettuali", i quali dovevano segnalargli tutto ciò che poteva interessare il Governo. Il Delegato provinciale esercitava, così, un rigido controllo sulle amministrazioni comunali per tramite del Commissario distrettuale: quest'ultimo è il responsabile dell'amministrazione del distretto, secondo quanto disposto dalle istruzioni del 12 aprile 1816. Il distretto di Gandino comprendeva, oltre a Casnigo, i seguenti comuni: Barzizza, Cazzano, Cene, Colzate, Fiorano, Gandino, Gazzaniga, Leffe, Orezzo, Peia e Vertova. In base alle stesse istruzioni del 12 aprile 1816, l'amministrazione di un comune di come quello di Casnigo è affidata ad una deputazione comunale, espressione del consiglio comunale, o, come fu denominato fino al 1822, del "convocato generale" degli estimati; tale assemblea è convocata e assistita immediatamente dal commissario distrettuale. Per quanto riguarda l'aspetto socio-economico, in questo periodo Casnigo viene indicato come un territorio assai fertile, con probabile riferimento al pianoro cosiddetto "agro", ove si coltivano cereali e piante di gelso utili alla bachicoltura; si conferma inoltre la ricchezza di boschi, prati e pascoli. Dato questo genere di risorse, la maggior parte della popolazione, che allora tocca le 1600 unità circa, era intenta all'agricoltura, all'allevamento e alla pastorizia. Permane ancora fiorente anche la tradizionale attività della filatura della lana. (11) Nel corso del periodo "austriaco" il patrimonio comunale subisce anche un notevole ridimensionamento. A più riprese, infatti, precisamente nel 1828, nel 1835 e nel 1843, viene progettata e data esecuzione alla cessione in "enfiteusi", cioè a locazione perpetua, di buona parte del proprio patrimonio, per lo più boschivo, oltre che costituito da prati e pascoli. Le proprietà comunali vengono suddivise in centinaia di lotti che vengono posti all'asta e consegnati al miglior offerente. Le deliberazioni consiliari che decidevano in favore di queste vendite sono talvolta accompagnate da rimostranze e controversie da parte di numerosi casnighesi che non vogliono perdere i propri diritti "comuni"su quelle terre. (si veda anche la scheda introduttiva al titolo "Patrimonio comunale", Sezione 1816 - 1859). Con la realizzazione dell'unità d'Italia, il territorio del Regno viene diviso in Province, Circondari, Mandamenti e Comuni. In base alla legge comunale e provinciale del 1865, il Prefetto è il rappresentante del potere esecutivo nell'ambito della provincia, coadiuvato da un Consiglio di prefettura. Nell'ambito di ogni Circondario, è istituita una Sottoprefettura gestita da un Sottoprefetto, il quale esegue, oltre alle incombenze fissate dalla legge, le direttive del Prefetto. A capo di ogni Mandamento la legge del 1865 pone un delegato mandamentale. Dal punto di vista socio - economico, nel periodo post-unitario la popolazione di Casnigo cresce dalle 1715 unità del primo censimento, nel 1861, alle 2372 unità del 1901. Il paese mantiene il proprio volto prevalentemente agricolo e pastorale, e si rinnovano i regolamenti tesi a disciplinare le varie attività, affinché l'una non rechi danno all'altra: in particolare, si disciplina maggiormente il pascolo di ovini e bovini, che viene vietato nel pianoro coltivato dell'"agro"; si dispongono i capitolati per l'affitto dei boschi e dei prati da taglio, questi ultimi chiamati anche "segabole"; di proprietà del comune. (12) Non si segnalano, in questo periodo, le massicce vendite enfiteutiche del patrimonio boschivo documentate nel precedente periodo, mentre accanto alle tradizionali attività artigianali e commerciali, si registra un'unica attività mineraria, costituita dall'estrazione di lignite da parte della ditta "Botta"; risulta di un certo interesse, inoltre, la locazione per 25 anni di due fondi comunali alla "Società del Gres" della ditta "Paravicini, Mornigotti, Carletti e C." di Milano allo scopo di aprire una cava di argilla e sabbia (si vedano anche i titoli "Patrimonio comunale", "Arti e commercio" e "Miniere", Sezione 1859 - 1897). Verso fine secolo, l'industrializzazione in corso in tutto il Paese coinvolge anche Casnigo: a fondo valle sorge il Cotonificio della Valle Seriana, cui la tradizionale lavorazione della lana sembra ormai cedere il passo. Nel 1890 questo stabilimento, che è anche uno dei primi a dotarsi di autonomo impianto elettrico, risulta, nel suo settore, uno dei più grandi della provincia, contando 500 operai, molti dei quali casnighesi. (13) Nel corso del 900' Casnigo mostra una lenta ma costante crescita della popolazione, passata dai 2372 abitanti del 1901 ai 3027 del rilevamento del 1961. Accanto alle tradizionali attività agricoli e pastorizie, gli abitanti sono coinvolti in nuove forme di produttività legate allo sviluppo industriale. Verso la fine dell'ottocento sorse al confine con Colzate lo stabilimento cotoniero "Dell'Acqua", primo passo verso la progressiva trasformazione della società e del paesaggio casnighese che assumerà sempre più, soprattutto a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, una caratterizzazione industriale. Nell'anno 1955 la struttura urbanistica del paese risulta ancora sostanzialmente invariata, ma nel periodo successivo si assiste, con ritmo accelerato, alla costruzione di nuovi edifici ad uso residenziale e sede di servizi per la comunità. Sono di questo periodo i primi rilevanti interventi da parte dell'Amministrazione comunale per la regolamentazione dell'espansione edilizia. Conseguenza di questo processo sono lo sviluppo delle rete viaria, sia all'interno dell'abitato, sia a servizio delle nuove costruzioni, con miglioramento dei collegamenti verso il fondovalle e le zone a monte, sia la realizzazione nel comune di più moderni servizi: dall'acquedotto civico costruito nel 1910, con la captazione delle sorgenti "Fagioleda" in Gandino, sino ad illuminazione pubblica, fognature, servizi medici, sociali e all'espansione di strutture ospedaliere, scolastiche e ricreative. Il mutamento di maggior rilievo nella storia istituzionale del comune di Casnigo dello scorso secolo è l'unione con il confinante comune di Cazzano Sant'Andrea, avvenuta nell'anno 1928 e durata sino al 1959 (14). La fusione avvenne, come risulta da una relazione del Podestà di Casnigo conservata nell'archivio, in ottemperanza alle direttive governative circa l'aggregazione dei Comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti con i comuni limitrofi di maggiore importanza. La popolazione di Cazzano Sant'Andrea risultava costituita, secondo il censimento del 1921, da 599 persone, mentre Casnigo ne contava 2789. I due Comuni, già consorziati all'epoca per il servizio medico ed ostetrico, ritennero utile tale scelta anche per i vantaggi che ne sarebbero conseguiti per le attività di coltivazione ed allevamento, oltre che per una gestione in economia dei servizi comunali che sarebbero passati ai funzionari di Casnigo. Tuttavia l'evento non ha portato, se non in piccolissima parte, per quanto si è potuto rilevare, alla commistione dei documenti prodotti dai due Comuni e sino ad allora conservati nei rispettivi archivi, che sono stati evidentemente tenuti in qualche modo separati.
Note: 1. Piero Cattaneo - Pierferdinando Previtali, Casnigo. La comunità nello statuto del XV secolo. Edizioni Villadiseriane, Bergamo, 1989 2. Progetto Civita. Le istituzioni storiche del territorio lombardo, XIV-XIX secolo. Le istituzioni della città e della provincia di Bergamo a cura di Fabio Luini - Archimedia s.c.r.l., Milano Regione Lombardia, Direzione Generale Cultura, Servizio biblioteche e sitemi culturali integrati 1999. 3. Cattaneo - Previtali, op. cit. 4. Ibidem. 5. Civita, op. cit. 6. Cattaneo - Previtali, op. cit. 7. Storia sociale ed economica di Bergamo, a cura della Fondazione per la storia sociale ed economica di Bergamo, Bergamo, 1995 8. Civita, op. cit. 9. Ibidem 10. Storia sociale ed economica di Bergamo, op. cit. 11. Giovanni Maironi da Ponte, Dizionario odeporico o sia storico, politico, naturale della provincia bergamasca, Stamperia Mazzoleni, Bergamo, 1819 12. Casnigo e Casnighesi, a cura dell'Amministrazione comunale, 1983 13. Storia sociale ed economica di Bergamo, op. cit. 14. La fusione avvenne con R.D. 1858 del 14 luglio 1928, "Unione dei comuni di di Casnigo e Cazzano S. Andrea in un unico comune con denominazione 'Casnigo'". Con D.P.R. n. 1218, del 7 dicembre 1959 avenne successivamente la ricostituzione del comune di Cazzano S. Andrea. Vedi unità 5-44, 595
Complessi archivistici:
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