Comune di Morengo (1816-2003), Morengo
Tipologia: Ente (Comune)
Sede: Morengo
Profilo storico-biografico: Il comune di Morengo, nello Statuto di Bergamo del 1331, era iscritto alla "facta" di Porta Santo Stefano "de Foris". In età veneta fece parte della quadra di Mezzo. Il Da Lezze descrive Morengo come una "terra", non un comune. La metà delle terre era di proprietà dei Procuratori di San Marco (ai quali erano giunte in seguito alla commenda del monastero di Pontida che le possedeva sin dal medioevo) che ne traevano legname "per li bisogni della fortezza"; il rimanente era proprietà del vescovo di Bergamo. Il Da Lezze prosegue: "Questi huomini come sottoposti al vescovato et alla procuratia non sono sotto posti alla gravezza de soldati et galeotti, ma sono massari et lavorenti". Nel 1668 le terre dei Procuratori di San Marco vennero cedute alla famiglia Giovannelli che vi risiedette per oltre due secoli. Nel castello di Morengo aveva sede il feudo omonimo dei conti Giovannelli e del vescovo di Bergamo. I Giovannelli ebbero da Venezia la facoltà di amministrare indipendentemente la giustizia e la nomina del giusdicente era soggetta solo al consiglio dei Dieci. Il giusdicente, definito anche podestà, veniva eletto dal vescovo e confermato nella carica dai conti Giovannelli. A fine Cinquecento contava 16 fuochi e 250 abitanti (Da Lezze 1596). Il Maironi da Ponte definisce Morengo "Giurisdizione feudale" . A fine Settecento contava 380 abitanti. Inserito nel cantone di Verdello nell'aprile 1797 (Legge 17 aprile 1797), passò nel distretto XXII di Urgnano nel marzo 1798 (Legge 6 marzo 1798), e nel distretto XVII della Roggia Nuova nel settembre successivo (Legge 26 settembre 1798). Nel maggio 1801 fu posto nel distretto III di Treviglio (Legge 13 maggio 1801) per essere poi posto nel distretto VI delle Ghiaie del Serio nel giugno 1804 (Decreto 27 giugno 1804) e in seguito nel cantone III di Romano del distretto II di Treviglio (Distrettuazione 1805). Venne, infine, aggregato a Bariano nel gennaio 1810 (Decreto 31 marzo 1809). Nel 1805 contava 908 abitanti. Nel 1809 ne contava 831. Venne collocato, con 783 abitanti, nel distretto XII di Romano (Legge 12 febbraio 1816) poi passò nel distretto XI di Treviglio (Legge 1853) (1). A quella data era comune, con convocato generale, di 932 abitanti. In una nota inoltrata dal sindaco alla Prefettura in data 12 agosto 1948 (unità 8872 cl 1.2.1.1.) abbiamo alcune informazioni sulla situazione del comune. Gli abitanti sono 1588, attività principale è quella agricola, con colture di frumento, granoturco, patate e foraggi, si segnala che parte della manodopera locale si reca giornalmente a Milano per lavoro. Tra i servizi di rilievo sono elencati il consorzio medico e veterinario, l'ufficio postale, l'impianto di pubblica illuminazione ed un collegamento telefonico in dotazione al municipio. La condizione finanziaria comunale è definita buona, ma è ritenuta necessaria la realizzazione di un edificio da adibire a sede municipale e di case popolari per l'alloggio degli impiegati comunali e di famiglie sprovviste di abitazioni. Altre notizie sono fornite da una relazione del sindaco prodotta nell'anno 1953 (unità 2117 cl. 1.2.1.1.). Vi si legge che la popolazione di Morengo, costituita in prevalenza da famiglie di agricoltori, è 1534 persone, di cui oltre la metà abitanti nella campagna. La maggior parte del territorio è di proprietà della Società Lombardo Emiliana "S.O.L.E.", non esiste la piccola proprietà e l'attività agricola è frazionata in piccole aziende condotte in affitto. La parte di manodopera non assorbita dall'agricoltura, circa un centinaio di persone, si sposta giornalmente sul milanese, trovando occupazione prevalente nell'industria edile. Pur non vantando floride condizioni economiche, si segnala che l'amministrazione comunale ha recentemente eseguito alcuni interventi e altri ne ha in programma. E' stata costruita la fognatura lungo la traversa provinciale e via Roma, sarà realizzato entro il 1954 il tronco di via S. Salvatore; soprattutto è in progetto la costruzione di un nuovo edificio scolastico, per il quale è già stato ottenuto un primo contributo statale. Altro importante problema da risolvere è quello della carenza di abitazioni, situazione a cui la Società S.O.L.E. ha cercato di ovviare realizzando nuovi cascinali per i coloni dipendenti. Ulteriori carenze nei servizi sono evidenziate in una proposta di inclusione del comune tra le località economicamente depresse, datata 24 agosto 1958 (unità 2648 cl. 1.2.11.4). Le reti di illuminazione, fognatura e tombinatura sono definite insufficienti, ed è assente un acquedotto civico. L'agricoltura è in fase di declino e circa metà della manodopera ha trovato nuovo impiego nella manovalanza industriale dei centri urbani, essendo perciò costretta al pendolarismo. L'attività artigiana è ancora ristretta all'ambito di poche famiglie e non vi sono corsi di qualificazione professionale od altre scuole oltre a quelle elementari. In un prospetto statistico, a firma del sindaco, sulla condizione generale del comune all'anno 1961 (unità 2760; cl. 1.2.1.13) gli abitanti risultano essere 1563, lo stato delle finanze comunali è definito mediocre anche per gli oneri di ammortamento dei mutui stipulati per la costruzione di scuole ed impianto di pubblica illuminazione, le principali colture agricole sono cereali e foraggi, non vi sono attività industriali e il commercio si limita alla vendita locale al dettaglio. Negli anni successivi troveranno concreta attuazione i progetti dell'edificio scolastico, terminato nell'anno 1965, la ristrutturazione del palazzo municipale, la realizzazione ed il potenziamento di acquedotto, fognature ed impianti di illuminazione.
Note: (1) Profilo tratto da: Civita, Bergamo = Le istituzioni storiche del territorio lombardo. XIV-XIX secolo. Bergamo, Progetto CIVITA, Regione Lombardia, Milano 1998-1999, repertoriazione a cura di Fabio Luini (Archimedia s.coop.); Civita, istituzioni postunitarie = Le istituzioni storiche del territorio lombardo. 1859-1971, 2 voll., Progetto CIVITA, Regione Lombardia, Milano 2001, repertoriazione a cura di Fulvio Calia, Caterina Antonioni, Simona Tarozzi.
Complessi archivistici:
Link: archiviedocumenti.it/archivi/?prg=24&pro=1