Statuti


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Lo statuto è la fonte legislativa che regola la convivenza interna delle comunità di Antico Regime. In particolare definisce le norme per il funzionamento degli organi amministrativi: nella Gandino basso-medioevale e moderna questi si articolano in: arengo o consiglio maggiore, consiglio di credenza o minore, consiglio dei 24, con funzioni consultive, consoli, in numero di due con durata bimestrale, notaio del comune, sindacatori, massaro e canevaro, campari e calcatori e deputati alle taglie ed ad altre entrate del comune. In età veneta lo statuto serve anche da conferma della gerarchia dei poteri, dalla comunità locale, alla Città, allo stato, a cui competeva comunque la definitiva approvazione del testo statutario: particolarmente esplicite in tal senso sono alcune rubriche della statuto del 1460. Altri aspetti trattati sono quelli della gestione dei beni comunali (particolarmente articolati nel caso di una comunità vasta come Gandino), della tutela dei patrimoni privati, e della definizione delle pene da comminarsi per le più frequenti forme di infrazione civile e penale.
La serie comprende cinque unità, la più completa delle quali è il codice dello statuto del comune di Gandino del 1460, conservato in originale, e che consiste nella revisione e conferma della precedente redazione del 1445 (1). Riguardo alla stesura del testo statutario così recita la prima rubrica: "Incipiunt statuta et ordinamenta comunis de Gandino (...) facta, approbata et confirmata per discretos viros ipius comunis specialiter ad hoc deputatos tempore Serenissime Ducalis Dominationis Venetorum": evidenziando quindi come non vi sia alcun riferimento ad organi istituzionali già attivi, ma la completa delega ad un collegio (di cui non sono specificate nemmeno la composizione e le competenze) appositamente eletto. Segue, nella seconda rubrica, la dichiarazione di fedeltà del comune alla Dominazione. Il codice contenente lo statuto del 1460 è inoltre completato da due ducali di conferma della validità dello stesso, del 1460 e 1477; altre copie delle stesse ducali e l'originale membranaceo del 1477 sono stati collocati in questa serie, e non nella serie Ordini, perché di contenuto strettamente legislativo. Fascicoli cartacei dei secc.XVII-XVIII raccolgono estratti di capitoli dallo stesso statuto del 1460 e da altri precedenti, a partire dalla fine del XIII secolo, realizzate probabilmente per scopi i più diversi, e raccolte a posteriori per la loro omogeneità formale. Solo dal 1761 compaiono disposizioni del doge e dei rettori di Bergamo per la revisione dei capitoli del 1460 ancora vigenti riguardanti l'elezione delle cariche comunali


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