Sezione membranacea


Storia archivistica
Questa sezione comprende un numero elevato (quasi 1200) di atti tutti membranacei (eccetto un singolo atto su carta del sec. XIV) che coprono un arco temporale assai ampio che va dall'inizio del sec. XII alla metà circa del XVII (con isolati documenti più tardi fino alla metà circa del secolo successivo).
Il materiale era, fino al momento del riordino, collocato senza alcun criterio discretivo in 3 diversi archivi: la parte più consistente si trovava depositata presso il palazzo del "San Michele" a Madonna di Tirano (di proprietà del comune di Tirano); un numero apprezzabile di pergamene (oltre un centinaio) era poi giacente, frammisto al materiale cartaceo, presso l'archivio municipale; una porzione più limitata era invece stata versata (traendola dall'archivio comunale) presso l'archivio di Stato di Sondrio.
Delle vicende si è dato un resoconto più compiuto nell'introduzione all'archivio.
Documenti isolati erano poi presenti (sia presso l'archivio municipale, che in quello del "San Michele", che nell'archivio di Stato di Sondrio) sparsi e senza precedente segnatura.
Resta da aggiungere che molti atti si trovano trascritti in tre cartulari: il primo formato con materiale in buona parte risalente alla metà circa del sec. XIII e in minor misura del sec. XIV (che è stato individuato come I/1); il secondo formato verso la metà del sec. XV (definito I/1442); il terzo infine risalente alla prima metà del sec. XVI, ma con isolate annotazioni più tarde (denominato I/1534). Tali cartulari sono stati collocati tra i registri, nella serie "Inventari".
Poiché molti documenti trascritti sui cartulari suddetti sono presenti anche in esemplare autentico si è ritenuto opportuno, per non appesantire troppo l'inventario, seguire i criteri seguenti:
a) per gli atti non più presenti in originale si è regestata la trascrizione riportata sul cartulario relativo, indicando il foglio (o i fogli) con l'usuale indicazione r (recto) e v (verso);
b) per gli atti presenti in esemplare autentico e trascritti in uno dei cartulari si è regestato l'atto singolo, con richiamo in nota della esistenza di eventuali altre copie trascritte, l'indicazione della carta relativa e cenni circa l'esistenza di eventuali difformità;
c) si è riportata per gli atti sciolti, quale segnatura originaria, l'indicazione dell'archivio di provenienza ("M" per i documenti esistenti presso il San Michele; "AMT" per quelli presso l'archivio municipale ed "ASS" per quelli depositati nell'archivio di Stato di Sondrio, seguita dalla classificazione originaria (es. "M 1"); per gli atti non classificati in precedenza si è indicato l'archivio di provenienza seguito da SS (senza segnatura: es. "AMT SS").
Ciò, anche se ha comportato un certo appesantimento del lavoro, consentirà in ogni momento di ricostruire le originarie provenienze.
Tutto il materiale (salvo quello depositato presso l'archivio di Stato di Sondrio, per il quale dovranno essere attivate le necessarie procedure di restituzione quando il fondo potrà nel suo complesso essere messo a disposizione degli studiosi con adeguate garanzie) è stato concentrato presso l'archivio municipale di Tirano, ente proprietario; è stata formata una serie unica ordinata (non esistendo altri criteri possibili, stanti l'eterogeneità e la diversa provenienza degli atti) su base cronologica.
I documenti sono, nel complesso, in discreto stato di conservazione; si tratta di atti di diversa natura, soprattutto di disposizione patrimoniale; sono però presenti anche numerosi atti di natura pubblica (soprattutto verbali di vicinanza) e diverse bolle papali, oltre a documenti aventi carattere religioso.
Buona parte del materiale dei secc. XII - XV è relativo alle vicende delle chiese di San Remigio e Santa Perpetua, degli annessi conventi - xenodochi e delle loro vaste proprietà terriere; all'inizio del sec. XVI iniziò la costruzione della chiesa della Beata Vergine Maria del ponte della Folla (poi santuario della Madonna di Tirano) alla quale vennero in seguito annessi i beni delle chiese suddette, con formazione di un unico complesso patrimoniale gestito da incaricati del comune di Tirano.
Notizie più dettagliate al riguardo sono fornite nell'introduzione all'archivio.
Da sottolineare la presenza di molti sigilli e di alcuni atti con decori e lettere iniziali ornate; se ne è data notizia in nota nei regesti.

Criteri seguiti nella regestazione.
L'eterogeneità delle provenienze degli atti e l'ampiezza del periodo interessato (oltre che i diversi criteri usati nelle varie epoche per le datazioni) rendono indispensabile fornire alcune notizie preliminari, per evitare possibili errori. Ciò, naturalmente, tenendo presente che si tratta pur sempre della porzione di un inventario e non di un'edizione di documenti, per la quale sarebbero stati necessari un ben diverso apparato critico ed approfondimento assai più puntuali, che si lasciano agli studiosi che in futuro si occuperanno del fondo.
1) Indizione, stile.
Nei documenti di epoca più alta (orientativamente fin verso la fine del sec. XIII) appare usato in zona lo stile dell'Incarnazione (probabilmente al modo Pisano, anche se la cosa va accertata); in seguito venne usato lo stile della Natività.
L'indizione di riferimento nell'area interessata appare la Bedana o Cesarea fin verso la metà del sec. XVI, poi la Romana corrente.
Si è ritenuto utile, in relazione all'uso dello stile della Natività, indicare la datazione degli atti formati nei 7 giorni finali dell'anno tra parentesi quadra e con rettifica del millesimo, indicando in nota la cosa.
Notizie ulteriori circa l'indizione seguita avrebbero potuto invece risultare, per l'eterogeneità delle provenienze e per la mancanza in molti casi di indicazioni al riguardo, addirittura distorcenti; si è preferito evitarle, lasciando a studiosi della materia i necessari approfondimenti.
2) Calendario.
Il passaggio dal calendario giuliano al gregoriano avvenne nella zona (allora soggetta alle Tre Leghe d'Alta Rezia), immediatamente dopo la rivolta del 19 luglio 1620, con una sfasatura temporale sia rispetto all'area lombarda che a quella grigione.
Poiché la cosa non risulta riportata nei manuali (e poiché le indicazioni date al riguardo dagli storici locali non sono né numerose né sempre esatte) si è ritenuto opportuno, per gli atti formati nel periodo dal 5 ottobre 1582 al 20 luglio 1620, evidenziare in nota il calendario seguito.
3) Misure di valore.
Nell'indicazione delle misure di valore si è preferito usare la più corretta dizione "lire (o soldi) di imperiali" invece di quella (usata nel regesto degli atti cartacei) di "lire (o soldi) imperiali".
Sembra utile aggiungere che, nei non frequenti casi in cui l'espressione appare riportata per esteso negli atti, si usò in alta epoca (fino al sec. XVI, in genere) il genitivo "imperialium"; in seguito il termine venne usato come aggettivo e fatto concordare col sostantivo relativo (es. "liras 50 impieriales" o, in volgare, "lire 50 imperiali").
4) Località.
Si è dato per presupposto, per evitare eccessivi appesantimenti nei regesti, che tutte le località della zona (da Bormio a Sondrio per la Valtellina e fino a Poschiavo per la Svizzera) fossero note; per le altre si sono indicati, se individuati, provincia italiana e regione e/o stato estero.
5) Nomi e titoli.
I nomi sono stati dati nella forma italiana corrente o più usata (anche perché sono assai frequenti le storpiature ad opera di notai non sempre all'altezza della situazione): si suggerisce comunque, specie per gli atti di alta epoca per i quali vi è una notevole variabilità (ad esempio Eganus, Egenus, Eginus, Egenonus, Eginonus, con o senza la "H" iniziale per Egano o Egino) una certa prudenza nell'approccio, con eventuale controllo sull'originale. Ciò in particolare per la definizione della chiesa di San Remigio o Romerio, indicata in oltre 10 modi differenti ed addirittura con 3 diverse espressioni nello stesso atto.
Il cognome è stato in genere indicato quale appariva nell'atto: anche in questo caso notevole è la variabilità e (anche per le pessime grafie ed i possibili errori di lettura) utile un controllo sull'originale nei casi in cui necessiti l'assoluta precisione.
Non è sembrato utile, trattandosi di un inventario che ne sarebbe uscito assai appesantito senza apprezzabili vantaggi (tenuto conto anche dell'uso non sistematico e dell'elevata variabilità delle definizioni usate anche in capo ad uno stesso soggetto), indicare nei regesti né il "dominus" né il "ser" né il "magister"; si sono invece date le indicazioni relative allo stato clericale, quelle indicanti specifiche professioni e quelle attinenti alle cariche ricoperte.


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