Arti e commercio


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Nonostante il cambio di regime, con l'avvento del Regno Italiano permane ancora in vigore il decreto napoleonico del 13 giugno 1811, che prescrive le modalità secondo cui applicare la tassa sugli esercizi, detta comunemente "tassa su arti e commercio" o, talvolta, semplicemente "tassa mercantile". Innanzitutto, il comune era tenuto a compilare annualmente il "ruolo degli esercenti", una sorta di registro comunale delle attività commerciali, artigianali o, eventualmente, industriali. Oltre al tipo di attività, e accanto al nome dell'esercente, vengono registrati, in questo genere di prospetti, l'ubicazione dell'attività, le varie gradazioni delle tasse da pagare, l'anno di inizio dell'attività o talora la sua cessazione. La tassa subiva una "gradazione", cioè una commisurazione alle reali possibilità dell'esercente, che veniva deliberata dalla giunta municipale, sempre in base al decreto del 1811. Spettava poi all'esattore comunale la riscossione dell'imposta, che veniva poi versata nelle casse provinciali. Accanto ai documenti e alla corrispondenza relativa a tale imposizione fiscale, sono presenti in questa serie varie altre tipologie di atti: le liste degli esercenti elettori attivi per gli organi direttivi della Camera di Commercio ed Arti di Bergamo; disposizioni, richieste e comunicazioni relative al rinnovo delle licenze per alcuni esercizi, in particolar modo le osterie e le rivendite di liquori; le richieste di permesso e le eventuali autorizzazioni relative all'apertura di nuovi esercizi e attività, come, ad esempio, due fornaci, un'osteria, e alcune attività minerarie sul monte Romnei; infine disposizioni relative alle rivendite di generi di "privativa", ovvero sali, tabacchi e francobolli. La varietà tipologica contenuta sotto questo titolo si completa con tutta una serie di disposizioni relative a: pesi e misure; bolli da applicare; orari di chiusura dei locali pubblici; la nomina di un delegato comunale per la sorveglianza sulle distillerie; il verificarsi di casi di contrabbando. Infine, è conservata anche della corrispondenza con la scuola agraria situata a Grumello del Monte. Il quadro istituzionale di riferimento appare, come sempre in questo periodo, dominato dalle disposizioni emanate dalle autorità governativa: prefettura e sottoprefettura, mentre solo in pochi casi compare la Camera di Commercio ed Arti di Bergamo. Altre istituzioni, alle cui direttive la giunta municipale deve adeguarsi, sono, solo a partire dagli anni '80, la commissione provinciale per i prezzi adeguati dei bozzoli e i Comizi Agrari, sia quello provinciale che quello circondariale di Clusone. Istituiti con regio decreto fin dal 1866, i comizi agrari avevano come scopo principale l'incentivazione dell'agricoltura ed il sostegno ai coltivatori attraverso la diffusione delle tecniche più avanzate. Il Ministero di agricoltura, commercio e industria, spesso agiva attraverso il Comizio Agrario per disporre indagini statistiche e per raccogliere notizie riguardanti le necessità dei vari comuni in campo agricolo. Il Comizio aveva inoltre scopi divulgativi che conseguiva con la distribuzione di volantini e mettendo a disposizione degli interessati una biblioteca specialistica.


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